Carbon footprint: che cos'è?

Con questo articolo inauguriamo una serie di post dedicati all’inquinamento atmosferico in termini di emissioni civili ed industriali. Un miglior rapporto con il pianeta parte da noi, dalla nostra presa di coscienza. Per questo abbiamo deciso di iniziare con il concetto di carbon footprint o "impronta di carbonio", per sottolineare come tutti si sia in prima linea nella responsabilità nei confronti dell’ambiente, poiché ognuno di noi lascia inevitabilmente la sua impronta sul pianeta.

Cos'è la carbon footprint

La carbon footprint, letteralmente impronta di carbonio, è un parametro istituito per stimare le emissioni di gas serra generate da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo, ed è generalmente espressa in tonnellate di CO2 equivalente (tCO2e). Che cosa significa?

Stando al protocollo di Kyoto i gas ad effetto serra da includere nel calcolo sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs). Le tonnellate di CO2 equivalente sono quindi nient’altro che l’equivalente in CO2, posta pari a 1, dell’effetto serra prodotto da questi gas. Facciamo un esempio.

Il metano ha un effetto serra circa 25 volte superiore alla CO2, quindi una tonnellata di metano verrà contata come 25 tonnellate di CO2 equivalente.

Ma facciamo un passo indietro: cos'è la CO2?

L’anidride carbonica (CO2) è presente in modo naturale nell’atmosfera, ed è probabilmente il più noto dei gas serra. Formata da un atomo di carbonio e due di ossigeno, la sua concentrazione naturale nell’aria è di circa 400 ppm, ed è il frutto di processi naturali quali il ciclo di respirazione, oppure di attività di combustione.

L'impronta di carbonio: prodotto, azienda, servizio

La carbon footprint di prodotto/servizio considera le emissioni complessive riferite a tutta la vita, “dalla culla alla tomba”, del prodotto/servizio preso in considerazione. Per quanto riguarda un’organizzazione ci si riferisce invece alle emissioni durante l’esercizio aziendale annuale. Ma cosa significa esattamente “dalla culla alla tomba”? Approfondiamo questo concetto che meglio di altri può darci un’idea dell’impatto ambientale delle nostre attività.

Quando acquistate un prodotto vi siete mai interrogati sulla sua storia? Vi siete mai chiesti ad esempio dove vada ubicata esattamente la sua origine? Beh, abbiamo tutti presente l’etichetta “Made in”, pertanto abbastanza naturalmente siamo portati a pensare che il prodotto nasca nell’azienda produttrice e da lì abbia quindi anche inizio il conteggio della sua carbon footprint. In realtà non è così, le emissioni di un prodotto iniziano con l’estrazione/produzione delle materie prime necessarie alla sua fabbricazione (si intende anche l’energia).

Il ciclo di vita di un prodotto/servizio, di cui noi normalmente conosciamo solo la fase “utilizzo”, è articolato in cinque fasi: materie prime, trasformazione, packging/trasporto prodotto, utilizzo, smaltimento.

carbon footprint: life cycle assessment

Questo ci dà un’idea più precisa di quale sia la reale vita di un prodotto, che è ben oltre il nostro uso e consumo. Anche se è immediato pensare a dei prodotti fisici quando si parla di emissioni ed inquinamento, va tenuto presente che anche i servizi digitali rientrano in questa filiera. Sai, ad esempio, quanto inquina lo streaming video? Qualche idea? Oltre 300 milioni di tonnellate di CO2!  Basti pensare che guardare 10 minuti di video in streaming consuma 1500 volte più elettricità che ricaricare uno smartphone.

Come si calcolano le emissioni?

Il modo in cui vengono calcolate le emissioni di CO2 relative a un prodotto/servizio è regolamentato in modo univoco dalla specifica tecnica ISO 14067 – “Greenhouse gases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and Communication”.

Per quanto riguarda le organizzazioni invece si applica la norma UNI EN ISO 14064-1 ("Greenhouse gases – Part 1: Specification for the quantification, monitoring and reporting of project emissions and removals”), che rappresenta la prima delle 3 norme della serie ISO 14064 rivolte alla quantificazione e rendicontazione, riduzione ed assorbimento, validazione e verifica delle asserzioni relative alle emissioni di gas serra (GHG).

Le aziende, quindi oltre a condurre un’analisi e una misurazione delle emissioni di CO2 regolamentata, possono mettere in campo un sistema finalizzato all’identificazione e realizzazione di interventi di riduzione delle emissioni attraverso l’uso di tecnologie a basso contenuto di carbonio, e/o misure per la neutralizzazione delle emissioni (carbon neutrality), quali piantumazione di alberi, produzione di energia rinnovabile, etc.1

1. Fonte Ministero della Transizione Ecologica: https://www.minambiente.it/pagina/cose-la-carbon-footprint

emissioni aziende

Carbon footprint: perché riguarda tutti

A prima vista sembrerebbe che le responsabilità della decarbonizzazione siano tutte in capo alle aziende, in realtà, tutti noi siamo coinvolti, in quanto al contempo destinatari e richiedenti di prodotti e servizi.

Inoltre si può parlare di una vera e propria carbon footprint dell’individuo, che con le sue abitudini di vita contribuisce all’emissione di gas serra. Come ci spostiamo? Come e quando usiamo illuminazione, riscaldamento, etc? Che prodotti acquistiamo?

Le domande potrebbero continuare. Prendere coscienza dell’impatto delle nostre azioni è già un primo passo per un cambiamento nelle abitudini.

Con i prossimi post vedremo allora di approfondire alcune tematiche legate a riscaldamento ed emissioni che possono aiutarci a fare delle scelte più accurate e possibilmente a ridurre la nostra carbon footprint.


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