L’impatto del riscaldamento sulle emissioni
Le fonti di emissione e il ruolo del riscaldamento
Quando si parla di inquinamento e polveri sottili il nostro pensiero va solitamente alle emissioni dei moto veicoli, ma sono davvero l’unica fonte, o comunque la principale fonte di particolato?
L’origine di PM10 e PM2.5
Le principali fonti di inquinamento responsabili della formazione di PM10 e PM2.5 in città sono le seguenti:
- riscaldamento residenziale, che comprende i processi di combustione di caldaie, stufe, etc.;
- trasporto, che comprende le emissioni dei moto veicoli, usura di penumatici, asfalto e freni;
- agricoltura, che comprende bestiame, fertilizzante e falò di materiale di scarto;
- industria, che comprende processi industriali che causano emissioni, combustioni industriali e industrie di produzione di energia (centrali termiche, etc);
- naturale, come la polvere del deserto e il sale;
Il blocco delle auto, che è solitamente il provvedimento più adottato nelle nostre città quando le polveri sottili superano il livello di soglia, ha quindi sicuramente un effetto benefico, ma chiaramente non risolve il problema.
Non è un caso che il comune di Milano si stia muovendo verso la messa fuorilegge a partire dall’inverno del 2023 delle caldaie a gasolio. Il riscaldamento residenziale e commerciale infatti nella città lombarda è la causa di poco meno del 30% della concentrazione media annua di PM2.5.
Questa è la situazione di molte città italiane.
Nel periodo 2000-2015, le emissioni complessive in area EU-28 di PM10 e PM2.5 sono diminuite del 25% circa. Però questo decremento non è stato uniforme per tutti i settori causa dell’inquinamento. Infatti le emissioni di particolato legate al settore del riscaldamento residenziale, commerciale e pubblico sono aumentate di oltre il 10%, nel decennio 2003-2012. Tra le cause di questa differenza si può considerare il fatto che mentre a livello di trasporti e industria ci si è mossi con normative più stringenti, il settore del riscaldamento è stato meno sotto la lente d’ingrandimento.




Cosa possiamo fare
La decisione del comune di Milano è quindi la conseguenza di una presa di coscienza e si muove nella direzione di interventi mirati per sostituire gli impianti domestici di riscaldamento con sistemi più recenti con minori emissioni e maggiore efficienza energetica.
Un’altra direzione di intervento che può avere risvolti importanti è quella del miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, minori dispersioni termiche possono portare a riduzioni significative dei consumi per il riscaldamento e conseguentemente a minori emissioni.
Una terza area di intervento, forse quella dove davvero si può agire fin da subito, è quella della consapevolezza degli utenti: un uso consapevole dell’energia e meno sprechi può portare a un risparmio sino al 5% (si veda il rapporto RSE sull’inquinamento dell’area padana).
In quest’ottica attenersi ad una temperatura in casa che non superi i 21 °C come consigliato dall’OMS ed evitare gli sprechi con la regolazione del riscaldamento con un cronotermostato, può senza dubbio impattare in modo significativo su emissioni e costi.
Accendere e spegnere il riscaldamento solo quando serve in modo programmato e mantenere temperature di comfort e riduzione impostate consente di bruciare molto meno combustibile e azionare la caldaia per minor tempo con indubbi vantaggi in termini di riduzione dello spreco.
Osservare questi piccoli accorgimenti è una cosa che ognuno di noi può fare e che può avere immediatamente un impatto positivo per l’ambiente.